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Non posso aiutarmi con le mani e la cosa va per le lunghe. Sono anche un po’ nauseata dal gusto del lattice ma non ho il coraggio di fermarmi a prendere fiato.

Sento il pelato che si lamenta di Irina e chiede all’occhialuto di fare a cambio, ma l’occhialuto risponde di no, pare proprio che gli piaccia come lo succhio.

Il pelato allora dice: “Va bene, facciamo così”, e fa qualcosa che comporta sgocciolio e rumore di porcellana: non ho voglia di sapere di cosa si tratta, anche perché l’occhialuto si alza a mezzo dalla sedia e affonda nella mia gola. E’ venuto.
Mi mette una mano in testa e mi fa prostrare faccia a terra, mi passa la suola delle scarpe addosso, quasi un calcetto sulle natiche, e se ne va.