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18 Giu

113707220-8e5c7048-60e8-44ef-bd2f-6e450c9ecfdbLorenzo si è rivestito in fretta profondendosi in scuse, ad Aliena per averla quasi soffocata, a me per l’involontaria gomitata, ed è scappato via non senza chiederci se ci può chiamare ancora in settimana: a quanto pare non ne ha avuto abbastanza. Noi sì, ma siamo delle professioniste, quindi sia Aliena che io rispondiamo ma certo, chiamaci quando ti va, una mezz’ora per te la troviamo sempre, e quando gli chiudiamo la porta dietro le spalle, nude come siamo rimaste, ci abbracciamo e ci mettiamo a ridere. Niente di erotico, soltanto uno sfogo del nervosismo maturato.
Ci rivestiamo mentre ancora non riusciamo a trattenere le risate, e sempre ridacchiando ce ne andiamo chiudendoci accuratamente la porta alle spalle, l’incasso al sicuro nelle mutande secondo i preziosi consigli di Catia.
Aliena mi dice di non scomodarmi, prenderà un tassì fino a casa, ma a me fa piacere accompagnarla in moto, anche se è il mio scoppiettante scooter. A contatto con la fica ho di che comprarne uno nuovo, ma a questo sono affezionata, e devo dire che si comporta benissimo fino al Pigneto. Solo, si è fatto un po’ tardi, e non me la sento di andare a trovare Tiziana, anche perché accompagno su Aliena e mi fermo una mezz’ora a chiacchierare con Irina, che oggi ha fatto la donna di casa ed ha preparato la cena. Cena che rifiuto con qualche fatica, anche perché so già come dovrebbe andare a finire, nelle intenzioni di Irina, il dopocena, e non ne ho voglia. Voglio bene a queste due donne, ma mi rendo conto che sono davvero innamorata di Tiziana e, accidenti, non le ho dato l’anello.
Me lo dico e me lo ripeto fino a che non arrivo a casa, dove mi accorgo che c’è stata una specie di cambio della guardia: sul marciapiede dove ho conosciuto Cristina e dove prima c’erano le latino-americane adesso sono in servizio le ragazze dell’est, copie imperfette di Irina e di Aliena, in una specie di uniforme, minigonna di jeans e maglietta bianca aderente e corta a scoprire l’ombelico. Sento i loro sguardi su di me mentre le supero smanettando e mi infilo nel garage, chissà cosa pensano degli italiani che se le tengono sotto le finestre a offrire un quarto d’ora di felicità.

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