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28 Nov

04b496315940660cebaa8118648d98fc-d4vkwfjCuriosamente, Carla non pone a Cristina le obiezioni che aveva posto ad Aliena, e sì che si tratta di una ragazza molto bella: la abbraccia, la bacia, le chiede se ha qualcosa per cambiarsi, visto che ci siamo presentate in jeans e giubbotto da motociclista e le mostra in fretta una stanza dove potrà poi ricevere i clienti.
Poi, quando le confermo che non sto bene e non posso lavorare non fa una piega: me lo spiega nel suo ufficio, intanto che osserviamo il va e vieni in sala, rese più rilassate dalla bottiglia di cognac che il barista ci ha lasciato a portata di mano prima di cominciare a spacciare i più modesti beveraggi per i clienti. Continua a leggere

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24 Set

Anton-FaistauerPrima di una nuova nottata sul divano ho messo alla prova Lina, sotto lo sguardo preoccupato di Tina, cui ho ordinato di restare in ginocchio nell’angolo opposto della cucina.
Lina sapeva già cosa aspettarsi, e probabilmente per questa ragione si è comportata meglio della sua amica, o almeno è riuscita a mascherare di più il disgusto; dopo essermi goduta un orgasmo piuttosto soddisfacente, le ho ordinato di raggiungere la sua amica e di baciarla sulla bocca: ha eseguito e l’ha sporcata di sangue, proprio come volevo. Continua a leggere

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30 Nov

utamaro-03Aliena torna e mi sussurra all’orecchio che in fondo, dietro il palcoscenico, c’è un salottino un po’ sporco che può assicurarci la necessaria riservatezza. Lo spiego a Lucia e ci facciamo guidare.
Lucia sgancia il guinzaglio, lascia lì Lorenzo e si meraviglia perché io mi faccio seguire da Tiziana, dice che sono cose che riguardano soltanto noi padroni. Tanto che non fa la minima obiezione alla presenza di Aliena.
Le rispondo che senza il mio permesso la mia allieva non ascolta quello che dice la padrona, e lei si meraviglia dei risultati dell’educazione: “Spero di arrivarci anch’io”, conclude.
Oltre che violenta, non mi sembra neanche una grande mente, speriamo bene.
Insomma, Lucia alla fine dice che ha bisogno di imparare, Tiziana le è sembrata bravissima come allieva e quando ha detto che deve parlarne con la mistress si è convinta di aver bisogno anche di me.
Mi rendo conto che sta per dire qualcosa che va contro l’assurda etichetta BDSM, e decido di venirle incontro, faccio segno a Tiziana di venire avanti e di inginocchiarsi: Lucia così può parlarne senza violare le regole.
“La tua allieva non ha un segno che uno, devo assolutamente imparare da te ad applicare la disciplina, hai visto il mio come è ridotto; non potrò educarlo per una settimana ancora, purtroppo”.
Non le viene neanche in mente che lo ha picchiato troppo, e troppo spesso, e troppo forte: in effetti ai padroni novellini capita, come agli allievi novellini capita di non chiedere di fermarsi per malinteso orgoglio o, più semplicemente, perché piace loro troppo e non sono in grado di valutare la propria resistenza.
Come le spiego che in fondo sono una novellina anch’io, e che Tiziana prende poche frustate perché è un’allieva esperta ed innamorata? Non lo spiego, ovviamente. E poi gli equivoci possono essere divertenti.
Però non mi piace che Tiziana stia troppo vicina a Lucia, dalla quale ha già preso frustate temo fin troppo dolorose, le faccio segno di alzarsi e di tornare al suo posto dietro di me. Lucia sembra dispiaciuta, si stava riempiendo gli occhi dei seni della mia allieva, esposti dal reggiseno che le ho regalato.
A questo punto possiamo cominciare una normale trattativa di affari, ci accomodiamo sui divanetti e mi concentro; cosa difficile, perché Aliena mi poggia gentilmente una mano sulla coscia e comincia a muoverla lentamente. Non capisco cosa voglia fare, forse si è finalmente eccitata e vuole eccitare me.
Lucia si sistema in maniera da mostrare le gambe fino all’inguine e di far quasi schizzar fuori dalla scollatura il seno abbondante, sul quale nutro qualche perplessità, e che non mi sembra fermo come quello di Tiziana. Tiziana che a questo punto ignoro, e spero che anche lei ignori tutto quanto sta accadendo: in fondo non le ho dato il permesso di ascoltare.
Scopro che Lorenzo e Lucia hanno più soldi che buonsenso: casa loro, in Prati, non si presta alle pratiche BDSM, quindi hanno appena comprato un casale nella Tuscia viterbese e lo faranno ristrutturare per ricavare un donjon come si deve. Intanto si accontentano di utilizzarlo così com’è, servendosi di una ampia stanza al primo piano.
“E non solo”, dice Lucia che si sta infervorando, “ci sono un paio di ettari di terreno intorno, posso anche fare qualche cosa all’aperto, mi piace moltissimo”.
Mi rendo conto, per fortuna, che non fanno BDSM 24/7, anche perché immagino abbiano un lavoro ed una vita sociale; l’ingaggio sarebbe comunque per un fine settimana, dal venerdì pomeriggio alla domenica sera, ed io tengo a sottolineare che potremo tenere una lezione la sera del venerdì, tre il sabato e due la domenica, ma negli intervalli ci si lava, ci si riveste e ci si comporta da buoni amici.
L’offerta è di diecimila euro, oltre ovviamente a vitto ed alloggio, ma Lucia vuole includerci anche Aliena. Ovviamente per lei non posso decidere, e prima che io riesca anche solo a pensare ad una risposta lei mi stringe la coscia e la sento dire che è disponibile e si metterà d’accordo con me.
Cerco di tirare sul prezzo, visto che dovremo dividere in tre, e Lucia si sorprende che la mia allieva partecipi alla spartizione.
“Questo è lavoro”, ribatto, “e neanche noi facciamo il 24/7”.
Ci accordiamo per dodicimila euro e per l’altro fine settimana, tra quindici giorni: mi faccio dare tutte le indicazioni e ci scambiamo i numeri di telefono, noi andremo con la macchina di Tiziana.

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23 Giu

Stappo una buona bottiglia di bianco e brindiamo alla vita prima di abbassare la testa sui piatti. Irina è prodiga di complimenti, mi confessa che non sa cucinare il pesce e immediatamente le prometto una serie di lezioni, cominciando dal cavallo di battaglia di mia madre, le sogliole alla ginevrina.
Siamo due professioniste, e finiamo col parlare di lavoro, quindi le racconto di Leonardo tacendole però sulla conclusione della serata. Ridiamo insieme concludendo che è bello stare dal lato giusto della frusta. Poi le parlo della telefonata di Lorenzo e lei dice che sì, le sta bene domani, anche perché ha una cosa da propormi per il prossimo fine settimana.
Sono incuriosita, metto in tavola l’insalata e mando un messaggino a Lorenzo, che mi richiama immediatamente. Parla a voce bassa, evidentemente non è solo, quindi dico: “Parlo io, tu dici solo sì o no. Domani sera va bene, e se ti va viene con me Irina che tu già conosci”. Lui risponde che sì, certo avvocato, e mi viene da ridere.
Irina formula silenziosamente la parola mille, ed io indico la tariffa. Ho capito bene, ne vogliamo mille a testa per tutta la notte, e lui dice ancora sì, certo avvocato, poi mi saluta con voce squillante, improvvisamente abbassa la voce e mi sussurra luogo e ora dell’appuntamento, alle sette e mezzo all’ultima fermata della metro prima dei Castelli.
Irina è entusiasta, mi confessa che sperava in mille euro da dividere in due e non faceva Lorenzo così spendaccione.
Prendo il gelato dal frigo e trovo due coppette dello stesso servizio di piatti: il gelato è ottimo e Irina mi fa la sua proposta.
Insomma, ci sarebbe un addio al celibato e servono due ragazze. Catia è d’accordo ma lei non ne ha voglia, vuole restare ancora qualche giorno a casa con Aliena, allora ha pensato a me per fare la prima.
“In genere è una cosa tranquilla ma ci vuole polso perché sarete con cinquanta o sessanta clienti e dovete far capire che comandate voi. Catia non ce la fa, tu sei perfetta”.
Insomma, si tratta di fare spogliarello, pole dance e scoparsi il festeggiato, e ci pagano cinquecento euro a testa.
Rispondo che mi sembra poco e Irina sorride maliziosa.
“Ci sono gli extra. Se siete brave, e voi lo siete, tutti gli amici del festeggiato avranno voglia di scoparvi, e non lo faranno certamente gratis”.
Ci sarebbe da farsi trenta persone in una serata, roba da finire in sanatorio.
Irina spazza via le mie obiezioni: siamo due professioniste, cosa vuoi che sia? Pazienza e lubrificante. “Credo che Catia ti abbia cercata proprio per questo”.
Infatti, ma non ci siamo trovate. Faccio due conti, sarebbe una nottata da quattromila euro.
“Va bene”, le dico, “aspetto una chiamata da Catia domani”.
Purtroppo non ho niente di forte da offrirle per accompagnare una sigaretta, e ci accontentiamo di svuotare la bottiglia di vino dopo esserci accomodate sul divanetto di pelle che arriva dallo studio legale di mio nonno, e si vede.
Irina si bagna le labbra nel vino rimasto in fondo al bicchiere, poi lo posa a terra, mi toglie di mano il mio e mi bacia.
Che la festa cominci.