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23 Giu

Stappo una buona bottiglia di bianco e brindiamo alla vita prima di abbassare la testa sui piatti. Irina è prodiga di complimenti, mi confessa che non sa cucinare il pesce e immediatamente le prometto una serie di lezioni, cominciando dal cavallo di battaglia di mia madre, le sogliole alla ginevrina.
Siamo due professioniste, e finiamo col parlare di lavoro, quindi le racconto di Leonardo tacendole però sulla conclusione della serata. Ridiamo insieme concludendo che è bello stare dal lato giusto della frusta. Poi le parlo della telefonata di Lorenzo e lei dice che sì, le sta bene domani, anche perché ha una cosa da propormi per il prossimo fine settimana.
Sono incuriosita, metto in tavola l’insalata e mando un messaggino a Lorenzo, che mi richiama immediatamente. Parla a voce bassa, evidentemente non è solo, quindi dico: “Parlo io, tu dici solo sì o no. Domani sera va bene, e se ti va viene con me Irina che tu già conosci”. Lui risponde che sì, certo avvocato, e mi viene da ridere.
Irina formula silenziosamente la parola mille, ed io indico la tariffa. Ho capito bene, ne vogliamo mille a testa per tutta la notte, e lui dice ancora sì, certo avvocato, poi mi saluta con voce squillante, improvvisamente abbassa la voce e mi sussurra luogo e ora dell’appuntamento, alle sette e mezzo all’ultima fermata della metro prima dei Castelli.
Irina è entusiasta, mi confessa che sperava in mille euro da dividere in due e non faceva Lorenzo così spendaccione.
Prendo il gelato dal frigo e trovo due coppette dello stesso servizio di piatti: il gelato è ottimo e Irina mi fa la sua proposta.
Insomma, ci sarebbe un addio al celibato e servono due ragazze. Catia è d’accordo ma lei non ne ha voglia, vuole restare ancora qualche giorno a casa con Aliena, allora ha pensato a me per fare la prima.
“In genere è una cosa tranquilla ma ci vuole polso perché sarete con cinquanta o sessanta clienti e dovete far capire che comandate voi. Catia non ce la fa, tu sei perfetta”.
Insomma, si tratta di fare spogliarello, pole dance e scoparsi il festeggiato, e ci pagano cinquecento euro a testa.
Rispondo che mi sembra poco e Irina sorride maliziosa.
“Ci sono gli extra. Se siete brave, e voi lo siete, tutti gli amici del festeggiato avranno voglia di scoparvi, e non lo faranno certamente gratis”.
Ci sarebbe da farsi trenta persone in una serata, roba da finire in sanatorio.
Irina spazza via le mie obiezioni: siamo due professioniste, cosa vuoi che sia? Pazienza e lubrificante. “Credo che Catia ti abbia cercata proprio per questo”.
Infatti, ma non ci siamo trovate. Faccio due conti, sarebbe una nottata da quattromila euro.
“Va bene”, le dico, “aspetto una chiamata da Catia domani”.
Purtroppo non ho niente di forte da offrirle per accompagnare una sigaretta, e ci accontentiamo di svuotare la bottiglia di vino dopo esserci accomodate sul divanetto di pelle che arriva dallo studio legale di mio nonno, e si vede.
Irina si bagna le labbra nel vino rimasto in fondo al bicchiere, poi lo posa a terra, mi toglie di mano il mio e mi bacia.
Che la festa cominci.

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