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15 Ott

Agostino_CarracciLa bambolina porta via i gusci vuoti e ci serve una meravigliosa ricciola al forno; cambia anche il vino, e versa un Greco di Tufo che si sposa perfettamente, anche se Leo sottolinea che ci vorrebbe un bianco siciliano, dal momento che siciliana è la ricetta.
In linea di massima io sono d’accordo sugli abbinamenti regionali, ma questo bianco mi piace tantissimo e non mi sembra il caso di essere più realisti del re: e poi, se di re vogliamo parlare, quello delle Due Sicilie era comunque lo stesso.
Leo ride educatamente e pulisce altrettanto educatamente il piatto, dopo avermi riempito di nuovo il bicchiere.
Non abbiamo finito: Simonetta continua a cingere d’assedio Andrea, che lascia fare e mangia a quattro palmenti, e passiamo ad un piccolo soufflé di scampi, per fortuna senza cambiare vino; rispondo quasi distrattamente a Leo che mi chiede se ho qualcosa in programma per ferragosto e noto che una mano di Simonetta è sparita sotto il tavolo: le deboli difese di Andrea hanno finalmente ceduto. Il soufflé è leggerissimo, una vera delizia: in cucina qui c’è qualcuno che davvero ci sa fare, ed anche la quantità è azzeccata: non ho più fame ma non sono piena. Continua a leggere

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14 Nov

Carla, poi, non ha richiamato. Siamo per strada, davanti ad una elegante palazzina nel verde, tra Colli Portuensi e via del Casaletto, abbiamo legato la moto ed i caschi e prendiamo qualche minuto di respiro. Alla luce dei lampioni Aliena mi sembra un po’ pallida e molto giovane, si è legata i capelli in una coda di cavallo, le chiedo se è preoccupata ma risponde di no, si fida di me e la aiuterò. Forse vuol dire proteggerò, e spero che non ce ne sia bisogno, mi ricordo di Attilio e del suo calcione, frugo nervosamente nella borsetta e controllo se c’è tutto, preservativi, fazzolettini di carta, crema. Ammaestrata dall’ultima esperienza ho portato anche delle salviette detergenti
Siamo pronte, Aliena mi bacia e mi prende la mano, io chiamo Pino, e che la festa cominci.
Ultimo piano, attico e superattico, arredamento moderno ma economico tipo Ikea, chissà perché, anche qui un grande salone con due enormi divani, marmo in terra e neanche un tappeto, speriamo bene per le ginocchia e la schiena.
I clienti sono in jeans e maglietta, c’è un vassoio di tramezzini, un gigantesco schermo piatto alla parete sul quale scorrono le immagini di un film porno. Entro proprio sul primo piano di una bionda che spompina un enorme cazzo nero, e gli uomini si distraggono perché accanto a me c’è Aliena.
Pino ci ha aperto ed ha sgranato tanto d’occhi, si è presentato alla mia amica e quasi le è saltato addosso lì sulla soglia, adesso Aliena fa lo stesso effetto a tutti gli altri. Riconosco Lorenzo, lo saluto e lui mi risponde distrattamente, ha gli occhi fissi sul seno di Aliena. Un piccoletto calvo e con gli occhiali che le arriva a malapena alle tette si presenta come Attilio, ecco il tipo pericoloso, l’altro è il classico uomo medio e Pino dice che è la prima volta che si unisce a noi, si chiama Sergio.
Questi sono piuttosto ospitali, Lorenzo spegne la televisione, Pino ci invita ad accomodarci e ci offre i tramezzini, e da qualche parte, aggiunge, ci deve essere anche del prosecco, adesso lo apriamo.
Noi siamo digiune ma io dico no grazie ed Aliena si adegua, un po’ di appetito non ci ucciderà e preferisco restare a stomaco vuoto. Dico no grazie anche al prosecco, loro ne bevono un bicchiere, sembrano abbastanza tranquilli ma non si può mai dire, mi accorgo che Aliena è vigile come me.
Sergio vorrebbe fare conversazione, le chiede da dove viene e se al suo Paese sono tutte belle come lei; Aliena sorride diligentemente, senza rispondere.
Lorenzo invece mi chiede dove la tenevo nascosta, perché non l’ho portata ai Castelli con me, io rispondo che non la conoscevo ancora, se vuole possiamo combinare, adesso potrei anche ospitarlo, insomma lui ha il mio numero, si faccia sentire. Annuisce, ci pensa, dice che va bene.
Aliena si muove un po’, sembra che il seno voglia scappar fuori dalla giacca, mi viene voglia di lei e cerco di controllarmi, stavolta non posso permettermi di andare fuori di testa.
Pino ci porge due buste bianche, è il segnale, con questo smettiamo di essere due belle ragazze cui fare la corte e diventiamo le puttane che hanno affittato.