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8 Nov

o11_1Mi predispongo ad aspettare, ho portato una rivista giuridica che ancora, per qualche disguido, mi arriva a casa pagata dallo studio dell’avvocatone, mi aiuterà a far passare il tempo.
Cristina mi guarda un po’ male, poi mi chiede se ho voglia di uno spuntino e prima che possa rispondere fa una telefonata di pochi istanti e mi spiega che ha chiamato il negozio di alimentari qui sotto.
Io ho già dato al fornaio quello che è del fornaio, quindi faccio finta di niente: Cristina capisce, si passa la lingua sulle labbra e dice che ci penserà lei, ma che domani tocca a me fare la spesa; e sia, domani sarà un altro giorno.
Alla fine Cristina, che non può aver già digerito il risotto, si prepara il suo meritato panino al prosciutto: meritato perché il fornaio, che in questo torno di tempo deve proprio aver fatto amicizia e preso le misure, la ha messa faccia al muro in corridoio e la ha inculata lì, in piedi, quasi sotto i miei occhi. Continua a leggere

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15 Mag

tina_modotti3Lucia non ha insistito più che tanto, ma devo portare la notizia alle mie colleghe. Aliena e Tiziana sono lì dove le ho lasciate, anche Aliena si è appisolata.
Le sveglio gentilmente e per prima cosa Aliena mi riferisce della chiacchierata con Irina: tutto tranquillo, nessuno si è presentato alla porta, Irina si sta riposando e vorrebbe sapere se domenica sera voglio trattenermi da lei.
Sono contenta delle buone notizie ma domenica sera lascerò Aliena da Irina, Tiziana a casa sua, mi scolerò un paio di bottiglie di birra e me andrò a dormire da sola, finalmente. Avremo bisogno di un po’ di riposo, perché lunedì mattina abbiamo appuntamento con Elena per aprire lo studio al posto suo, Aliena concorda ed archivia la questione.
Io passo a parlare dei nuovi programmi e quando faccio cenno alla notte in segreta Tiziana quasi mi abbraccia e dice che è da tanti anni che non la subisce, che io non l’avevo mai fatto e che è felicissima di avere una Mistress come me. Continua a leggere

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9 Mar

sculacciateAlle mie spalle sento uno strilletto soffocato, riconosco il grido di dolore di Deborah. Non mi volto e vedo il pelato che si incupisce; spara una frase incomprensibile, e sento l’incomprensibile risposta del capelluto che poi parla ancora, in inglese e rivolto a Deborah: si scusa, accidenti.
Il pelato mi sorride e dice che sono stata bravissima a non voltarmi, ci meritiamo un premio; quindi posso vendicare la mia amica bruna, “Girati e guarda pure”.
Obbedisco, facendo segno ad Aliena di non muoversi: Deborah è raggomitolata su se stessa, il capellone si è messo a quattro zampe, i pantaloni calati alle ginocchia.
“Mentre la tua affascinante amica bionda si occuperà di me, tu potrai sculacciare questo stupido giovanotto che ha causato inutile dolore alla tua amica bruna”, è la sentenza del pelato.
Faccio segno a Deborah di portare ad Aliena quanto le serve e mi avvicino al capellone: un culo orribile a vedersi, basso e gibboso, e sotto penzola un uccello floscio e raggrinzito che Deborah ha decisamente privato con sapienza di ogni vitalità.
Il capellone guarda fisso la parete, ed il pelato mi incita: “Puoi cominciare, fermati quando io dico basta”.
E’ una cosa delicata: questo stronzo mi ha inculata facendomi male e prendendomi a schiaffi senza che il pelato abbia fatto una piega, e adesso devo punirlo per cosa? Deborah mi si avvicina e mi dice che mentre veniva le ha stretto i capezzoli pizzicandoli con le unghie, mi mostra qualche goccia di sangue sulle areole e fa una smorfia. Io la prego di parlare in inglese, ed in inglese le chiedo se Aliena sta bene.
In inglese, con qualche fatica perché non fa evidentemente parte del vocabolario di una diplomata al turistico alberghiero, lei mi risponde che ha cominciato a spompinare e si è fatta lubrificare il buco del culo e che sembra tutto a posto.
Devo stare attenta, potrebbe volermi di nuovo e vendicarsi, quindi provo un paio di colpi, con Deborah appoggiata al corpo che mi aiuta a tenermi in equilibrio, poi prendo il ritmo, sono rumorosi ma non dovrebbero fare troppo male.
Alle mie spalle sento qualche fruscio, deve essere Aliena che si sposta; Deborah, di profilo, vede e mi riferisce, in inglese: “Si è messa pancia sotto e lui la sta inculando, è proprio forte alla sua età”.
Mi verrebbe da sculacciare anche lei: ha parlato a voce bassa ma non è escluso che abbia sentito. Per il nervosismo do un paio di sculaccioni più forti e vedo con sorpresa che la mia vittima sta avendo una erezione: è la prima volta che mi capita una cosa del genere, davvero.

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8 Mar

picassoUna spinta più forte mi richiama al presente. Il pelato affonda ancora di più le dita nella mia carne e viene, mi auguro un orgasmo soddisfacente. Disciplinato, viene anche il capellone dentro Aliena. Prima che il pelato si ritiri, il capellone ci prega di restare ferme come siamo. Deborah capisce che è il suo turno e si precipita a sfilare i preservativi ai clienti, prima al pelato poi al capellone. Devo ancora tenere la testa bassa, non ho avuto altre istruzioni, e sento solo che il capellone le chiede di darsi da fare con la bocca. Poi sento dei forti rumori di suzione e qualche colpo di tosse, Deborah mi sa che sta esagerando.
Così come sono messa, vedo che alle mie spalle non c’è nessuno, il pelato chissà dov’è e chissà chi sta spompinando Deborah. Provo a girare la testa, e accanto a me c’è Aliena, i grandi seni penzoloni per colpa della posizione, una qualche tensione nei muscoli delle braccia: anche lei è stanca. Una mano gentile sulla mia schiena, la voce del pelato che in un inglese decisamente migliore di quello del capellone mi invita a rialzarmi ed a mettermi comoda, e rivolge la stessa preghiera ad Aliena.
Mi accoccolo in qualche modo sul tatami ed il mio corpo trova automaticamente la posizione di riposo del judoka, mi accorgo che Aliena cerca di imitarmi ed è un po’ impacciata dalle sue lunghe gambe. Vedo che il pelato si è sistemato senza sforzo apparente nella stessa posizione e che, per la prima volta, sorride. Anche con gli occhi, che non sono più due fessure ma ben aperti, limpidi, attenti e allegri. Cominciamo così una conversazione abbastanza assurda mentre alle nostre spalle Deborah continua, lo sento benissimo, a darsi da fare con il capellone. Il pelato mi ringrazia e mi dice che sono stata molto brava, che ha bisogno di un po’ di riposo e che poi si servirà della mia bella amica bionda, e qui Aliena ha un piccolo sussulto, e che la brunetta che adesso si sta occupando del suo assistente gli ricorda un po’ una sua amante a Tokyo, ma è più carina.
“Mi piacciono le donne come voi, avete dei bei seni. Qualche volta faccio venire da me ragazze australiane, grandi seni, bionde, ma non sono bene educate come voi tre”.
Direi che è un gran bel complimento e ringraziamo chinando il capo.
“La prossima volta che vengo a Roma porterò una delle mie ragazze, la più anziana, e farò chiedere di nuovo di voi: vorrei vedere la tua ragazza bruna”, e indica Deborah, “fare sesso con lei”.
Chissà se Aliena questa l’ha capita, e chissà perché Deborah e chissà quanti anni ha la più anziana delle sue amanti.
“Qualcuna di voi ha interesse nello shibari?”, ci chiede poi saltando di palo in frasca.
Tiro il fiato, peso le parole sentendo il peso dello sguardo di Aliena su di me e rispondo che la mia amica ed io siamo delle dominatrici e la nostra amica bruna è una sottomessa, ma preferiamo collari e manette.
“Lo sospettavo, in Europa si va sempre tanto di fretta per certe cose. Peccato”.

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17 Feb

J.Brueghel d.Ae., Vanitas-Allegorie - J.Brueghel th.E. /Vanitas Allegory/ C17 -Passiamo alle cose più pratiche. Deborah non ha la macchina e si sposta in motorino, quindi dovremo vederci direttamente a destinazione. Aliena interviene e dice: “Mercedes Irina”.
Giusto, potremmo prenderla per andare a lavorare e rimetterla in garage domenica mattina.
Viene fuori che Deborah ha davvero liberato il suo sub e sta lasciando casa per trasferirsi dai genitori al Portonaccio: è una zona che non conosco affatto, ma potremmo comunque passare a prenderla, contando sull’aiuto del navigatore satellitare.
E Deborah a questo punto mi sbilancia: svuota d’un fiato il suo bicchiere e chiede se può venire a dormire da noi stanotte, non ha nessuna voglia di andare dai suoi vecchi che le chiedono perché non si è ancora sposata e perché lavora in quel posto sconcio.
Poi la birra che ha bevuto fa effetto, chiede educatamente scusa e corre dentro in cerca di un bagno.
Aliena mi accarezza la guancia e mi chiede: “Tu lasci a me?”
Ormai ho imparato a decifrare le sue frasi: la mia bionda è diventata un predatrice sessuale. Le dico sì, certo, se lei ti vuole non c’è problema, ma non fate troppo rumore, per favore.
Aliena sorride soddisfatta: “Lei dorme pavimento”.
Come ha fatto Tiziana: cos’è, una gara?
Lascio perdere perché Deborah ritorna da noi e dice che ha mangiato benissimo e per favore, posso dormire da voi?
Rispondo che va bene, e che potremo fare così: domani lei va al lavoro, poi torna a casa e nel frattempo noi recuperiamo la macchina e partiamo da casa mia con comodo.
“Qualche cosa di mio ti dovrebbe andare, per cambiarti domattina e domani sera, non c’è bisogno che passi da casa tua fino a domenica mattina”.
Aliena la guarda come un gatto guarderebbe un bel topo grasso a portata di unghie: Deborah non se ne accorge o non le interessa, magari ha deciso che duemila euro valgono qualche piccolo sacrificio aggiuntivo, o forse le piacciamo: io le piaccio, me lo ha già detto, e Aliena è indubbiamente più bella di me.

 

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11 Dic

373vintage_antiquePoi, mentre ci riaccompagna verso l’uscita, ci dice che in realtà tempo una decina di giorni Irina potrà tornare a casa, secondo lei, e che per un po’ non ci sarà bisogno di tenerla sedata, ma ci invita a non venire qui troppo spesso, la signorina deve stare tranquilla e riposare.
Ci dice anche che lascerà un appunto alla collega Rossi, invitandola a chiamarci domani mattina, quando riprende servizio: ci confermerà le sue parole, e magari potremo fissare i giorni in cui venire a trovare la nostra amica.
Io sono sempre più convinta che questa clinica sia piuttosto strana, in tutti i sensi: a cominciare dal fatto che non si vede in giro neanche un ricoverato che sia uno. Però preferisco fare finta di niente: Aliena non mi segue su questa strada, è ancora allegra, evidentemente Irina la ha tranquillizzata come io non potevo.
Aliena indica silenziosamente il suo zainetto: è il telefonino di Irina che suona e vibra e, guarda guarda, sul display compare il nome di Carla, che in effetti aveva promesso di telefonare; non sono particolarmente felice di ricevere questa chiamata in mezzo al parco di una clinica invece che a casa mia ma Aliena insiste perché risponda e non posso esimermi.
Carla mi chiede, molto educatamente, se disturba e se posso parlare; in effetti non abbiamo niente da fare di più urgente, quindi rispondo prima no e poi sì, anche perché sono curiosa, vorrei proprio sapere cosa dovrebbe fare una ragazza per “animare la serata ad un club di scambisti”. Se non hanno voglia di scambiarsi i partner non vanno nel club, e se ci vanno senza nessuna voglia cosa può fare una povera ragazza, sia pure volenterosa?
Non ho bisogno di fare domande: insomma, club di scambisti è l’ultimo elegante eufemismo per bordello, le ragazze già ci sono, pronte e scritturate, ma per l’inaugurazione chiedono un paio di guest star, ed Irina doveva essere una di queste. Data la natura della serata, i clienti avranno tutto gratis, avendo già pagato per il privilegio di essere lì, e per noi ci saranno mille euro a testa. Orario da mezzanotte alle sei del mattino, indirizzo comunicato la stessa sera, se sono d’accordo.
Io non sono d’accordo, ma questa Carla dice la frase magica: “E se conosci qualche amica che potrebbe lavorare qui da noi a tempo pieno, portala, magari ci mettiamo d’accordo”.
Potrebbe essere un modo per sistemare Catia: dico che va bene, ma le chiedo se non ha bisogno di una ragazza in più per la serata inaugurale, una bionda da sballo. La risposta mi gela, le ragazze che poi non si vedranno più devono sì essere belle, ma non bellissime, altrimenti fanno fare brutta figura alle colleghe che lavoreranno lì fisse.
Rimaniamo d’accordo che aspetterò la sua chiamata entro le otto di sera di giovedì, per quella notte stessa.
Aliena ha ascoltato la conversazione ed ha capito che pensavo di portare anche lei e sono stata respinta con perdite, ma mi ha tenuto il broncio per tutto il viaggio di ritorno, e poi anche dopo, quando siamo arrivate a casa.

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14 Nov

Carla, poi, non ha richiamato. Siamo per strada, davanti ad una elegante palazzina nel verde, tra Colli Portuensi e via del Casaletto, abbiamo legato la moto ed i caschi e prendiamo qualche minuto di respiro. Alla luce dei lampioni Aliena mi sembra un po’ pallida e molto giovane, si è legata i capelli in una coda di cavallo, le chiedo se è preoccupata ma risponde di no, si fida di me e la aiuterò. Forse vuol dire proteggerò, e spero che non ce ne sia bisogno, mi ricordo di Attilio e del suo calcione, frugo nervosamente nella borsetta e controllo se c’è tutto, preservativi, fazzolettini di carta, crema. Ammaestrata dall’ultima esperienza ho portato anche delle salviette detergenti
Siamo pronte, Aliena mi bacia e mi prende la mano, io chiamo Pino, e che la festa cominci.
Ultimo piano, attico e superattico, arredamento moderno ma economico tipo Ikea, chissà perché, anche qui un grande salone con due enormi divani, marmo in terra e neanche un tappeto, speriamo bene per le ginocchia e la schiena.
I clienti sono in jeans e maglietta, c’è un vassoio di tramezzini, un gigantesco schermo piatto alla parete sul quale scorrono le immagini di un film porno. Entro proprio sul primo piano di una bionda che spompina un enorme cazzo nero, e gli uomini si distraggono perché accanto a me c’è Aliena.
Pino ci ha aperto ed ha sgranato tanto d’occhi, si è presentato alla mia amica e quasi le è saltato addosso lì sulla soglia, adesso Aliena fa lo stesso effetto a tutti gli altri. Riconosco Lorenzo, lo saluto e lui mi risponde distrattamente, ha gli occhi fissi sul seno di Aliena. Un piccoletto calvo e con gli occhiali che le arriva a malapena alle tette si presenta come Attilio, ecco il tipo pericoloso, l’altro è il classico uomo medio e Pino dice che è la prima volta che si unisce a noi, si chiama Sergio.
Questi sono piuttosto ospitali, Lorenzo spegne la televisione, Pino ci invita ad accomodarci e ci offre i tramezzini, e da qualche parte, aggiunge, ci deve essere anche del prosecco, adesso lo apriamo.
Noi siamo digiune ma io dico no grazie ed Aliena si adegua, un po’ di appetito non ci ucciderà e preferisco restare a stomaco vuoto. Dico no grazie anche al prosecco, loro ne bevono un bicchiere, sembrano abbastanza tranquilli ma non si può mai dire, mi accorgo che Aliena è vigile come me.
Sergio vorrebbe fare conversazione, le chiede da dove viene e se al suo Paese sono tutte belle come lei; Aliena sorride diligentemente, senza rispondere.
Lorenzo invece mi chiede dove la tenevo nascosta, perché non l’ho portata ai Castelli con me, io rispondo che non la conoscevo ancora, se vuole possiamo combinare, adesso potrei anche ospitarlo, insomma lui ha il mio numero, si faccia sentire. Annuisce, ci pensa, dice che va bene.
Aliena si muove un po’, sembra che il seno voglia scappar fuori dalla giacca, mi viene voglia di lei e cerco di controllarmi, stavolta non posso permettermi di andare fuori di testa.
Pino ci porge due buste bianche, è il segnale, con questo smettiamo di essere due belle ragazze cui fare la corte e diventiamo le puttane che hanno affittato.

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2 Ott

Uscire con Aliena è un’esperienza particolare: voglio dire, una bionda alta un metro e ottanta, con occhi azzurri, tette spettacolari e culo parlante che non riesci a mortificare neanche con maglietta larga e pantaloni informi attira tutti gli sguardi, e ne beneficio anch’io, di riflesso. Ci squadra e misura con una lunghissima occhiata anche l’insospettabile responsabile del super sotto casa, capelli rossi e faccetta da topo, che d’estate indossa meno vestiti che può e oggi porta top ridottissimo e minigonna inguinale; ci conosciamo da anni, ma stamattina mi ha salutato con particolare calore, e non credo dipenda dai soldi che lascio alla cassa, anche se ho comprato due splendide sogliole che penso di fare alla ginevrina e non me le hanno certo regalate. Già, le avevo promesse ad Irina, oggi le mangerà Aliena.
Timidamente Aliena mi chiede se oggi possiamo andare a casa sua per prendere un altro po’ di vestiti e biancheria, rispondo di sì, magari in serata, ma aggiungo che se le serve qualcosa la possiamo comprare, anche adesso. Ringrazia ma dice che non c’è niente di urgente, deve solo lavare la biancheria, se possibile.
Insisto, voglio regalarle qualcosa, e lei mi segue nel negozio di biancheria intima causando una certa eccitazione tra le acquirenti e le commesse.
Si accontenta di due perizoma di pizzo nero, dicendo che sono uguali a quelli che usa sempre, e mi ringrazia con un bacio. Mi sento stupidamente felice, anche di alcuni sguardi di pura invidia che ricevo.
La commessa le propone anche il reggiseno coordinato, e la risposta: “Non lo uso mai, non mi serve”, gela lei e tutti i presenti.
Appena torniamo a casa mando un messaggio a Catia e mentre sto per scrivere ad Elena squilla il telefono: è proprio lei che mi chiama, per salutarmi ed avvertirmi che oggi e domani lei e Cristina andranno al mare, anzi adesso sono già sulla spiaggia, e che fra qualche giorno dobbiamo cominciare a lavorare. D’impulso, le invito per domani sera a cena da me, sia per ricambiare il suo precedente invito, sia per cominciare a creare un certo spirito di gruppo. E poi voglio vedere Cristina alle prese con la tranquilla bellezza di Aliena, magari impara qualcosa.
Elena accetta di buon grado: per fortuna è all’aperto, magari gomito a gomito con un estraneo, e rinuncia a raccontarmi come ha scopato Cristina stanotte per salutarmi con una certa fretta.
Meno male, perché Aliena ha indossato uno dei perizoma che le ho regalato e mi fa vedere come le sta: ovviamente ha tolto tutto il resto, e vi assicuro che l’effetto è fantastico. Le faccio i complimenti, provo ad abbracciarla e lei si sottrae ridendo.Dev o distrarmi, quindi mi dedico alla cucina. Aliena si è coperta con la magliettona lunga ed ampia e mi guarda interessatissima mentre preparo il pesce, che per fortuna mi sono fatta sfilettare sul bancone del supermercato.
Se ricordo bene, burro, panna da cucina e cognac che non ho in casa, ci metto un bicchierino di whisky tra gli applausi di Aliena, ed una busta di champignon surgelati. Porto i funghi a metà cottura, poi leggera infarinatura dei filetti di sogliola e via in padella: non li mangiavo da un’eternità, mi sa che dopo la morte dei miei genitori non li ho mai preparati, ma mi sembra che siano riusciti benissimo.
Tra un boccone e l’altro, spiego ad Aliena di Elena e Cristina e le chiedo cosa vorrebbe mangiare domani: mi sento rispondere di preparare la pasta che cucino così bene. Magari la voleva anche oggi, mi dispiace. Però del pesce sono rimaste a malapena le lische, non mi sembra che le abbia fatto schifo.

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12 Set

Prima di uscire per andare da Tiziana ho ricevuto una telefonata da Irina, che mi ha salutato e mi ha detto che stasera esce per andare a lavorare, una cena con un riccone arabo che neanche a Roma rinuncia ad una bionda.
“Un mille euro, niente di che, ma ci sono occasioni in cui si deve obbedire”.
Ho avuto un brivido, è la stessa espressione che Irina aveva usato prima della serata con i ricconi, quindi le ho chiesto di chiamarmi a qualsiasi ora, quando torna a casa. Irina mi ha tranquillizzata, ha ride, mi ha chiesto se sono gelosa, mi ha preso in giro, ma alla fine mi ha promesso che chiamerà e mi ha detto che anche Aliena non avrebbe voluto lasciarla uscire, “mi volete troppo bene”.
Cerco di svuotarmi la testa da queste preoccupazioni e lego lo scooter davanti allo studio di Tiziana: ho portato con me la bottiglia di champagne che sembra aver resistito abbastanza bene alle scosse sugli sconnessi sanpietrini del Centro Storico, amplificate dalle sospensioni ormai approssimative.
Mi piace annunciarmi con un messaggino, in cui ordino a Tiziana “apri alla tua Signora”. Con mia sorpresa non sento subito lo scatto della serratura, quasi mi agito, poi il ronzio del citofono mi dà il via libera.
Spingo il portoncino blindato dell’appartamento e trovo Tiziana, in ginocchio, nuda, il collare serrato attorno alla gola, il frustino offerto sulle due mani, a braccia tese. Tiene gli occhi bassi ma ha l’espressione felice, mi riceve come si riceve una mistress nello stile di Padron’Ntoni.
Ho preso dalle sue mani il frustino e Tiziana si è chinata a baciarmi i piedi, poi ha assunto nuovamente la posizione di attesa per ascoltare i miei ordini. Meno male che stasera ho sostituito le scarpe da ginnastica con un paio di decoltè, così sento le sue labbra e la sua lingua che passano dal cuoio nero alla mia pelle. Comincio ad eccitarmi.
Le accarezzo la guancia con la punta del frustino e le chiedo perché non ha aperto subito. La risposta mi lascia di stucco.
“Mia Signora, questa allieva non era pronta a degnamente ricevere la sua padrona; accetterà la meritata punizione per questo”.Ho fatto una gaffe? Lei aspetta la fidanzata e si presenta la Mistress? Ma mi sembra contenta: difficile capire le attese di una masochista, o sono io che non mi sforzo abbastanza?
Sono una Mistress, e basta. Quindi prendo Tiziana per il collare e la porto facendola camminare a quattro zampe fino al salotto, dove ci attende un bel vassoio di sushi ed una bottiglia di vino bianco appena estratta dal frigo, come dimostra la condensa che la ricopre.
Non ci sono piatti, c’è un solo bicchiere ed un solo paio di bacchette, Tiziana ha fatto veramente in fretta a predisporre per la padrona.
Non voglio mangiare questo sushi da sola,quindi faccio inginocchiare Tiziana accanto a me per farmi raccontare la sua giornata: mi viene una specie di ispirazione e comincio col chiederle se ha pensato alla Padrona appena alzata.
Lei risponde “Sì, mia Signora”, e si merita un rotolino col calamaretto, lo prende con le labbra dalla mia mano.
“E cosa hai pensato, di preciso?”
“Questa allieva ha pensato che avrebbe voluto dormire ai piedi della sua Signora, mia signora”.
Ha diritto ad un altro boccone e ad un sorso di vino dal mio bicchiere.
“Grazie, mia Signora”.

“Ti sei lavata, stamattina”?
“Questa allieva ha chiesto perdono alla sua Signora mentre si permetteva di toccare un corpo che appartiene alla sua Signora”.
Mi gira un po’ la testa per il ragionamento e la sintassi, ma mi sto eccitando sempre di più: Tiziana è una allieva perfetta, ottima ragione per studiare la materia. Ho preso trenta a procedura penale, maledizione, e non mi piaceva per niente, questa materia comincia invece a piacermi tantissimo.

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22 Ago

Aliena era uscita in maglietta, jeans e scarpe da ginnastica, senza trucco, i capelli raccolti sulla nuca in una mezza coda di cavallo, ed è bellissima.
Mi vede e mi fa un sacco di feste, mi chiede perché non mi sono più fatta vedere e mi dice che devo restare a pranzo con loro; mi accorgo che in questi pochi giorni il suo italiano è migliorato, anche se resta lento e segnato da un forte accento. Irina la interrompe proprio per chiedermi scusa, non mi ha invitata ma non ci aveva proprio pensato, e oggi c’è un piatto tipico del loro Paese che non sa se mi piace, una zuppa di carne e verdure che chiama solianka o qualcosa del genere.
A parte che per passare un po’ di tempo con loro resterei anche digiuna, sono curiosa e rispondo che no, non mi spaventa certo provare una cosa nuova, quindi se ne avete preparato abbastanza accetto volentieri e scendo a comprare una buona bottiglia di vino. Irina capisce benissimo a cosa punto e dice che va bene. Mi scapicollo per le scale, mi infilo nel piccolo e carissimo negozio di alimentari all’angolo e compro una bottiglia di Chianti venduto al prezzo di un Barolo, ritorno indietro di corsa dribblando il solito freak di guardia sul portone e mi ripresento sul pianerottolo.
C’è Aliena sulla porta che mi abbraccia di nuovo, a rischio di far cadere la bottiglia, e alle sue spalle Irina che fa un piccolo cenno di assenso col capo: non capisco se le ha già detto tutto o se si è limitata a spiegarle quello che sta per chiedermi, lo scoprirò fra poco.
E scopro contemporaneamente che in una giornata quasi calda come oggi la cucina dell’ex URSS non è il massimo (ma la zuppa è proprio buona, anche se pesantissima, devo proprio farmi dare la ricetta) e che Irina non aveva neanche detto ad Aliena che sta per metterla al lavoro, ma solo che ci saremmo viste di più.
Aliena comunque è contentissima, meglio così, sia di lavorare che di lavorare con me, e sembra molto disciplinata o molto percettiva: infatti non si sogna neanche di chiedere ad Irina per quale ragione si rifiuta di farle da mentore, è così e basta.
Scopro anche che vorrebbero solennizzare l’accordo con una bella scopata, ma stavolta non me la sento di mostrarmi mestruata davanti a queste due bellezze, quindi faccio finta di non capire le richieste neanche tanto velate delle mie amiche.
Ma siccome sono un essere umano ad un certo punto le metto a sedere sul divano e con la scusa di farle vedere come me la sono cavata con Nina e Sara mi inginocchio e le faccio venire una dopo l’altra, con loro grande soddisfazione; Irina dichiara che mi sono dunque debitrici di un orgasmo a testa e che pagheranno quanto prima.