Mi sono meritata la fiducia incondizionata di Tiziana ed un bel po’ di giorni di riposo; non solo, Madame si è quasi scusata, o almeno ci è andata il più vicino possibile per una mistress con la sua schiavetta, perché mi ha confessato che non se lo aspettava e che non mi riteneva ancora pronta per una cosa del genere: ne sono stata fierissima.
E ho meritato anche qualche spiegazione in più su quello che sta capitando attorno a me, quando mio fratello ha deciso di ricambiare l’invito di Tiziana e ci ha riunite nella sua villetta. Riempiamo la sala hobby, Lia, Tiziana, Giorgia, Gianna, Chicca ed io, attorno ad un tavolone rustico; nonostante la stagione non proprio estiva il fratellone ha acceso l’enorme barbecue che ha in giardino e con l’aiuto di Chicca trasferisce nei nostri piatti un flusso continuo di carne e verdure: cosce e ali di pollo, costolette di maiale, salsicce e infine una meravigliosa fiorentina, accompagnate da melanzane, zucchine e radicchio.
E accompagnate, anche, dalla storia, raccontata a due voci con Tiziana, della visita a Catia sul nuovo luogo di lavoro: dunque l’hanno proprio fatto, accidenti a loro, e mi hanno tenuta fuori, questa mio fratello me la paga.
Dunque, hanno aspettato un paio di giorni e si sono presentati verso mezzanotte, vestiti lui da manager appena uscito dall’ufficio, lei da ragazzina scappata da casa, alla porta del night club; in realtà non si erano accordati sulla parte da recitare, se coppia preesistente in cerca di emozioni o, al contrario, rimorchio in corso e giro dei locali in vista di scopata dopo essersi abbastanza carburati ad alcol.
Nonostante fossero palesemente assieme, appena entrati sono stati immediatamente accerchiati dalle ragazze libere, bionde e brune, tutte giovanissime e molto belle, anche con l’aiuto, secondo Tiziana, delle luci basse e del trucco adeguato.
Catia non era fra loro, così ne hanno scelte due che li hanno portati in una saletta ancora più buia: Tiziana non si era accorta che di spazi come quelli ce ne erano cinque o sei, tutti discretamente chiusi da tende scure attraverso le quali non filtrava nulla; con voce assente ed accento spagnolo, una delle ragazze ha indicato prestazioni e tariffe, Tiziana non si è fidata e non ha consumato, il fratellone si è accontentato di un pompino, ha messo una mancia in mano all’altra ragazza, che stava per andarsene e cercare un altro cliente e l’ha fatta parlare, con Tiziana che, intanto, faceva finta di accarezzarsi.
La ragazza ripeteva più o meno a memoria il tariffario, che prevedeva anche la possibilità di salire in camera, ma non era assolutamente in grado di rispondere alle domande; ci ha pensato l’altra, che aveva interrotto per un istante la sua fatica per chiarire che sì, se vogliono, anche tre o quattro tutte assieme, e sì, fanno anche lesbo, anche tra loro se c’è un cliente che vuole guardare, e no, c’è soltanto una italiana che adesso è impegnata, ma certo che fa tutto quello che fanno loro, ci mancherebbe, e adesso scusa ma devi finire, e lasciar andare lei se non la vuoi. Tiziana ha provato a protestare che non era ancora pronta per venire ma non le hanno dato retta, la ragazza ha aggiunto alla bocca la mano ed ha vinto in fretta la resistenza di mio fratello.
Neanche come si chiamavano, hanno detto, ben indottrinate e molto controllate secondo l’opinione di Tiziana, ormai disposta a considerare la serata come uno spreco di tempo e denaro; poi però, mentre riattraversavano il locale diretti al bar, perché a quel punto avevano davvero voglia di bere qualcosa di forte e adesso che avevano consumato le ragazze li lasciavano tranquilli, sono letteralmente inciampati in Catia che stava cercando di sottrarsi ad un abbraccio un po’ troppo irruente di un tipo grande, grosso e nero.
A sentire Tiziana, Catia era troppo agitata per riconoscere il fratellone, anche perché sembrava stretta tra due fuochi dal momento che alle sue spalle un tipo in giacca e cravatta la aveva bloccata con ferma gentilezza e le stava dicendo qualcosa all’orecchio; cosa di preciso non era possibile capirlo, anche perché la musica di sottofondo, improvvisamente, era salita di volume.
Mio fratello, senza neanche pensarci, si è finto decisamente ubriaco, ha tagliato la strada all’altro cliente ed ha abbracciato un po’ brutalmente Catia, farfugliando che una ragazza così era proprio quello che ci voleva per concludere la serata.
“E sai”, ha colto l’occasione di precisare il fratellone, “per quanto ti possa sembrare strano non l’avevo mai scopata, un po’ di curiosità c’era”.
Per fortuna l’altro cliente era davvero ubriaco, e l’ubriachezza lo aveva reso malleabile; il tipo in giacca e cravatta sapeva fare il suo mestiere e lo aveva immediatamente distratto chiamando un paio di altre ragazze; Catia sembrava riconoscente al nuovo cliente, del pari ubriaco ma meno inquietante fisicamente, ma quando si era ritrovata in una saletta e si era accorta che erano in tre aveva temuto di essere caduta dalla padella nella brace.
A quel punto mio fratello si è fatto riconoscere, la aveva tranquillizzata ed avevano parlato per una decina di minuti: tutto bene, secondo lei, solo che i clienti, felicissimi di scoparsi una italiana e di lasciarle una buona mancia, erano più o meno tutti del tipo di quello cui l’avevano appena sottratta, grandi, grossi, ubriachi e faticosi. E già le era capitato di dover chiudere gli occhi e fare un lesbo show per due clienti cinesi; insomma, anche se non lo aveva detto apertamente, il messaggio era “per favore, tiratemi fuori di qui”, e su questo il fratellone e Tiziana sono stati concordi. Per fortuna ci siamo riusciti.
A proposito, come funziona la nuova attività? Ce lo racconta Chicca, che nonostante le buone intenzioni proprio non riesce a dedicarsi soltanto a mio fratello: il lavoro è modesto ma costante, dal momento che ha ricominciato a muoversi il vecchio giro di Elena che, molto gentilmente, ha lasciato a loro il suo vecchio numero di telefono; stanno anche prendendo in considerazione l’idea di cominciare a mettere qualche annuncio, e intanto Andrea ha agganciato un paio di vecchi clienti del bordello, che hanno passato la voce in giro.
Lapidaria la valutazione di mio fratello: “Sei stata brava, sorellina, santa protettrice delle puttane”.
Brindiamo proprio a questo nuovo inizio, prima di concludere la serata.
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